Rieccomi con la conclusione della trilogia della principessa Elisabetta: Sissi, il destino di un'imperatrice.
Quest'ultimo film è quello che si allontana di più dalla realtà storica diventando più che altro un film rosa con scene create dal nulla per "sciogliere i cuori" degli spettatori.
La prima parte narra di una festa a Vienna durante la quale Francesco incontra dopo due anni Elena, la sorella di Sissi rifiutata da lui come sposa, che gli confessa che non potrà mai amare un altro uomo al di fuori di lui. Nello stesso momento Sissi è a una festa a Budapest, durante la quale il conte Andrassy dichiara a Sissi di essere innamorato di lei dal primo momento che l'ha vista. Queste due confessioni ricordano sia a Francesco che a Sissi quanto si amano veramente. Sissi riparte subito da Budapest e corre a Vienna dove, ritornata nelle braccia di Francesco, l'idillio del loro matrimonio continua più bello che mai.
Pura invenzione perchè Elena non ha mai rimpianto il mancato matrimonio con Francesco, anzi è sempre stata l'amica e la complice più fedele di Elisabetta: le due sorelle si amavano incondizionatamente.
Elena dopo il mancato matrimonio con Francesco Giuseppe all'età di 22 anni era quasi considerata una vecchia zitella e le speranze di trovarle marito si riducevano con il passare del tempo. Ludovica però si mise in azione per cercarle un buon partito prima che fosse troppo tardi puntando su Massimiliano Antonio principe ereditario di Thurn und Taxis. I genitori di Massimiliano, allettati dalla prospettiva di imparentarsi con l'imperatore, furono d'accordo per il matrimonio. Il re Massimiliano II di Baviera però, cugino di Elena, e capo della famiglia Wittelsbach, dissentì in quanto la famiglia Thurn und Taxis, sebbene ricca e di origini antiche, non era all'altezza dei Wittelsbach, di cui i duchi in Baviera erano un ramo collaterale. Elisabetta allora si sentì in dovere, dopo il tradimento fatto alla sorella, di intercedere in suo favore. Le due sorelle, in realtà, erano molto affezionate e già da tempo il loro rapporto era tornato sereno. L'imperatrice trovava in lei anche un'amica fidata con cui sfogare il proprio malcontento nei confronti della corte di Vienna e della suocera Sofia. Tra di loro parlavano sempre in inglese, una lingua incomprensibile per molti.
Il matrimonio di Elena con il principe ereditario di Thurn e Taxis (celebrato a Possenhofen il 24 agosto 1858) era molto più felice della triste esperienza di Sissi. Elena non ebbe proprio nessun motivo per rimpiangere Francesco. Per quanto riguarda il principe ungherese Andrassy invece la ricostruzione non è stata poi così fantasiosa, il fatto che avesse preso una cotta per Elisabetta era probabile, ma era altrettanto probabile che anche da parte di Elisabetta ci fosse molto più di una normale amicizia, pur non andando mai oltre un rapporto platonico. Il suo matrimonio con Francesco era da tempo in una profonda crisi e il giovane e affascinante conte ungherese aveva molto più in comune con Elisabetta del marito.
Dopo il ritorno di Elisabetta a Vienna il matrimonio fra i due era più solido che mai ma a turbare la quiete i primi sintomi di una grave malattia ai polmoni che colpisce Elisabetta. Il film suggerisce come possibile causa della malattia il fatto che una zingara aveva gettato per sbaglio un secchio di acqua fredda su Elisabetta.
Lo stato di Sissi peggiora sempre di più e i medici ritengono addirittura possibile una brutta fine per Sissi, consigliando come rimedio un soggiorno di cura all'isola di Madeira. Il soggiorno non porta a Sissi nessun giovamento e solo l'arrivo inaspettato della madre e le sue successive cure riescono a far guarire l'imperatrice.
La realtà fu ben diversa. Dopo sei anni il matrimonio di Sissi e Francesco era entrato in una grave crisi. La situazione politica era molto difficile per l'Austria, ma Francesco parlava di politica solo con la madre Sofia, mentre le proposte di Elisabetta non venivano neanche prese in considerazione il che rafforzò ulteriormente le tensioni tra Sofia e Sissi. L'imperatore cominciò a cercare consolazione da altre parti ed iniziarono a circolare voci sempre più insistenti sulle sue avventure amorose (alla corte le avventure galanti degli imperatori e degli altri uomini eccellenti erano sempre state tacitamente tollerate ed erano quasi una normalità).
Elisabetta invece non resse la situazione, aveva sempre avuto davanti agli occhi l'infelice matrimonio dei genitori e le scappatelle del padre e nonostante l'indiscutibile amore che provava per loro non condivideva la loro situazione e non voleva assolutamente vivere un matrimonio simile.
Le sue crisi di nervi divennero più frequenti e il suo stato di salute (soffrì di attacchi di tosse) peggiorò, rafforzato, oltre che dal suo stato psichico estremamente instabile, da tre gravidanze in quattro anni, dalle eccessive e molti stancanti cavalcate di Elisabetta e soprattutto dalle sue continue "cure della fame" che anticiparono i problemi di anoressia che avrebbero caratterizzati gli ultimi decenni della sua vita.
Dopo una grave lite con Francesco nel luglio del 1860 e dopo una prima fuga a Possenhofen, dalla quale tornò solo per il compleanno di Francesco un mese dopo, lo stato di salute di Elisabetta peggiorò ulteriormente. Uno dei medici di fiducia propose che, essendo in pericolo di vita, Elisabetta dovesse spostarsi subito in un clima più mite, cioè a Madeira. Ciò risultò a tutti piuttosto strano inquanto l'isola portoghese non era affatto conosciuta come località di cura per i problemi ai polmoni. In realtà, era Elisabetta che voleva andare a Madeira, probabilmente proprio per la lontananza da Vienna.
Già all'epoca c'erano molti che supponevano invece un'origine soprattutto psichica delle sue malattie, infatti dopo un lungo e faticoso viaggio di 3.000 km Elisabetta sbarcò da Lisbona per attraversare altri 1.000 km del tempestoso oceano atlantico, tutti i numerosi accompagnatori di Elisabetta stavano male, compresi i medici. L'unica che stava bene era proprio Elisabetta, dichiarata poco prima "in pericolo di vita"...
A Madeira Elisabetta dopo un po' soffrì più che altro di noia e sentì sempre di più la nostalgia per i figli rimasti in Austria. Furono i figli infatti l'unico motivo per cui fece ritorno pur ammettendo che "il primo tempo dopo il ritorno a Vienna non sarà per niente facile".
E infatti, non erano ancora passati quattro giorni nel solito ostile ambiente della corte che gli attacchi di tosse e di febbre di Elisabetta divennero di nuovo preoccupanti. Elisabetta chiuse di nuovo la porta della sua camera da letto e preparò la prossima fuga da Vienna questa volta all'isola greca di Corfù.
Nel film vediamo invece un Francesco Giuseppe molto coinvolto dalla malattia della moglie che segue da lontano ogni spostamento che l'imperatrice è costretta a fare per beneficiare di diversi climi costieri , mentre in realtà si limitò ad ordinare ai suoi ministri di mandarle ogni giorno un mazzo di rose rosse,mazzi che non arrivarono mai.
La conclusione del film è forse il pezzo di tutta la trilogia che più fa sorridere, Francesco deve recarsi nell'Italia settentrionale per dimostrare in prima persona il potere imperiale, contro lo spirito ribelle e anti-austriaco che si era diffuso tra Venezia e Milano. Il regista ha comunque inserito una scena che rispecchia la realtà rovinandola però con un finale melenso senza né significato né senso: Francesco e Elisabetta attraversano in barca il Canal Grande di Venezia e vengono accolti dai veneziani con gelida e silenziosa indifferenza. Infatti, il viaggio in Italia, nella realtà, finì con un nulla di fatto.
Essendo una pellicola cinematografica però la cosa deve concludersi bene...Per renderlo possibile il regista ha avuto una grandiosa idea: arrivati in Piazza San Marco Elisabetta e Francesco camminano verso la Basilica, circondati da una folla di gente sempre silenziosa e diffidente. All'improvviso appare, a sorpresa, la figlia che Elisabetta credeva ancora a Vienna. Elisabetta, sorpresa, la abbraccia affettuosamente e il cuore dei veneziani ribelli si scioglie. Dopo un primo grido "Evviva la mamma!" tutta la folla scoppia dall'entusiasmo e alla fine tutti si tolgono il cappello davanti alla coppia imperiale.
Dalla Basilica esce persino il Papa che sorride gentilmente a Francesco e Elisabetta e così, mentre si ascolta l'inno imperiale e tutti applaudono, il film finisce.