sabato 31 dicembre 2011

TANTISSIMI AUGURI DI BUON ANNO A TUTTI!!!

Vi auguro di terminare il 2011 bene e di iniziare il nuovo anno ancora meglio!



giovedì 29 dicembre 2011

Capodanno, la storia e l'outfit

Essendo in prossimità del Capodanno non potevo esimermi dal postare 2 righe su questo evento che a me sinceramente non fa ne caldo ne freddo... ma fin che si rimane a casa dal lavoro sono disposta a metterci tutto il finto entusiasmo che riesco ad inscenare.

Il Capodanno risale alla festa del dio romano Giano. Nel VII secolo i pagani dell Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno; tale culto pagano venne deplorato da Sant'Eligio (morto nel 659 o nel 660),  che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro:
"A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l'andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l'usanza di doni augurali o di libagioni eccessive. Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica".

Nel Medioevo, molti paesi europei usavano il calendario giuliano, ma vi era un'ampia varietà di date che indicavano il momento iniziale dell'anno. Per esempio dal XII secolo fino al 1752 in Inghilterra e in Irlanda il capodanno si celebrava il 25 marzo (giorno dell'Incarnazione e usato a lungo anche a Pisa ed in seguito a Firenze) mentre in Spagna fino all'inizio del 1600 il cambio dell'anno era il 25 dicembre, giorno della Natività. In Francia fino al 1564 il Capodanno veniva festeggiato nella domenica di Resurrezione (chiamato anche stile della Pasqua), a Venezia (fino alla sua caduta, avvenuta nel 1797) era il 1º marzo mentre in Puglia, in Calabria e in Sardegna lo si festeggiava seguendo lo stile bizantino che lo indicava al 1º settembre, tant'è vero che in sardo settembre si traduce Caputanni (dal latino Caput anni).
Queste diversità locali (che, specialmente nel Sacro Romano Impero variavano spesso da città a città), continuarono anche dopo l'adozione del calendario gregoriano. Solo nel 1691 papa Innocenzo XII emendò il calendario del suo predecessore stabilendo che l'anno dovesse cominciare il 1º gennaio, cioè secondo lo stile moderno o della Circoncisione. L'adozione universale del calendario gregoriano fece sì che anche la data del 1º gennaio come inizio dell'anno divenne infine comune.
Svariati regimi politici hanno istituito riforme del calendario di più o meno lunga durata. Una delle più intrusive, che cercava di riformare il calendario su basi astronomiche e razionali, fu quella adottata in Francia durante la Prima Repubblica, il c.d. Calendario Repubblicano, abbandonato poi durante il Primo Impero. Anche durante il periodo fascista in Italia il regime istituì il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, come proprio capodanno, associato ad una numerazione degli anni parallela a quella tradizionale contando come "Anno I dell'Era Fascista" il periodo tra il 28 ottobre 1922 ed il 27 ottobre 1923, e gli altri a seguire. Questa modalità, utilizzata nel Regno d'Italia durante tutto il ventennio fascista, fu continuata dalla Repubblica Sociale Italiana, ed abbandonata con la caduta di quest'ultima il 25 aprile 1945.

Capodanni di altre culture:

·         Il Capodanno cinese, o capodanno lunare, si festeggia in diversi paesi dell'estremo oriente (tra cui Cina, Giappone, Korea, Mongolia, Nepal, Bhutan) in corrispondenza del novilunio che cade tra il 21 gennaio ed il 19 febbraio.
·         Il Capodanno vietnamita, il Tết Nguyên Đán, si festeggia in concomitanza con quello cinese.
·         Il Capodanno islamico si festeggia il primo giorno del mese di Muharram e può corrispondere a qualsiasi periodo dell'anno gregoriano, in quanto l'anno lunare impiegato nel calendario islamico è circa 11 giorni più breve dell'anno solare del calendario gregoriano, cosicché una data islamica si "sposta" indietro, rispetto al calendario gregoriano, di circa un mese ogni tre anni. Per esempio, nel corso dell'anno gregoriano 2008 sono caduti due diversi Capodanni islamici: quello dell'anno 1429 dell'Egira (corrispondente al 10 gennaio 2008) e quello dell'anno 1430 dell'Egira (corrispondente al 28 dicembre 2008).
·         Losar, il capodanno tibetano, cade tra gennaio e marzo.
·         In Iran il Norouz coincide con l'equinozio primaverile (21 marzo). Anche il Naw-Ruz della fede bahá'í condivide lo stesso giorno.
·         La festa telegu (Ugadi) si colloca tra i mesi di marzo ed aprile.
·         In Thailandia, Cambogia, Birmania e Bengala, il capodanno solare detto Songran è invece compreso tra il 13 aprile ed il 15 dello stesso mese, in occasione del cambiamento di posizione del sole nell'anello dello zodiaco.
·         La festa mapuche si chiama invece We Tripantu ed ha luogo il 31 giugno. La data coincide con il Capodanno inca (Inti Raymi).
·         Il Rosh haShana, il Capodanno ebraico, occorre generalmente nel mese di settembre.
·         Enkutatash è il Capodanno etiopico, in data 11 settembre.
·         L'anno nuovo indù si festeggia due giorni prima di Diwali, il festival della Luce, cioè a metà novembre.
Visto che ho già scelto l'outfit per il 31, anche se non fregherà un tubo a nessuno ve lo posto per curiosità...


Pump rosse identiche a quella dell'immagine (amo alla follia i tacchi alti!)...


Leggings push up calzedonia, costati la bellezza di 25 Euro, anche se vi assicuro valgono ogni centesimo. Rimodellano davvero e solo per metterli vi fanno perdere un chilo per quanto sono piccoli e stretti...



Top nero con la schiena scoperta come nell'immagine...
Ovviamente quella non sono io, sono decisamente più gnocca, ma visto che non ho trovato altre immagini mi sono dovuta accontentare ;-P
Tocco finale: labbra e unghie rosse!

domenica 25 dicembre 2011

martedì 20 dicembre 2011

In che mondo viviamo?!

Ventisette anni lei, 25 lui. Entrambi di origine polacca e con un figlio di appena tre anni in comune. Una coppia felice. Almeno apparentemente. Almeno fin quando non è maturata in lui l'idea di uccidere la compagna, la madre di suo figlio, in un modo atroce. Lo scorso maggio Marcin Kasprzak ha colpito e immobilizzato Michelina Lewandowska con una pistola taser. Con l'aiuto di un amico, ha legato la fidanzata con un nastro, l'ha rinchiusa in una scatola di cartone e l'ha sotterrata ancora viva in un bosco vicino la loro casa di Huddersfield, in Gran Bretagna.

Aiutandosi con l'anello di fidanzamento, la donna (che non aveva perso conoscenza ma si era finta morta) si è liberata dal nastro che la costringeva, ha rotto la scatola di cartone nella quale era stata rinchiusa ed è riuscita a riemergere spostando quei dieci centimetri di terra che ricoprivano la bara improvvisata. Poi ha fermato un'automobile e il conducente l'ha riportata a casa.

Il movente? Lei «mi annoiava», ha detto lui. Incredibile!

Tutto ciò poco importa se consideriamo che sopra questa notizia primeggiava quella della nostra fantastica Ruby Rubacuori diventata "finalmente" madre della piccola Sofia Aida... la nascita di una bambina è sempre una gioia ma (cari giornalisti italiani) non vi vergognate a riportare una cosa simile?!

Impegni

Ultimamente ho disertato un po' il blog a causa dei molti impegni che sotto le feste spuntano come il prezzemolo, non so esattamente quando riuscirò a scrivere ma voglio comunque assicurarvi che non sono morta e presto tornerò ad annoiarvi!

Vi lascio con un video che spero vi farà fare 2 risate, a me le ha strappate (forse perchè il mio gatto è uguale)...

martedì 13 dicembre 2011

Cose da non fare in Giappone

I giapponesi hanno una cultura molto differente rispetto alla nostra e alcune azioni che gli italiani fanno per abitudine o semplicemente perchè da noi si usa così in Giappone potrebbero essere viste come segno di maleducazione. Parto dal più famoso e forse più discusso:
  • non dovete soffiarvi il naso in pubblico. In Giappone soffiarsi il naso in pubblico è maleducato quindi l'unica soluzione è quella di tirare su con il naso (se i bambini piccoli italiani lo sapessero penso che esploderebbero di gioia, anche perchè diciamo la verità tutti abbiamo avuto la mamma che appena ci sentiva tirare su ci sgridava e po ci soffiava il naso quasi staccandocelo...e tutte diventeremo prima o poi "mamme con il fazzoletto a portata di mano"). In poche parole d'nverno la scena classica che possiamo vedere in treno è proprio quella di un mucchio di persone che tirano su con il naso, cosa assurda anche dal punto di vista medico considerando che soffiandosi il naso eliminerebbero i germi, infatti loro si trascinano il raffreddore per tutto l'inverno (anche grazie al loro modo di starnutire di cui vi parlerò dopo). Di conseguenza se proprio volete soffiarvelo...andate in bagno!
  • Per quanto riguarda gli starnuti loro hanno l'abitudine di non mettersi la mano davanti, quindi dalla bella ragazza tutta elegante al tipo in giacca e cravatta tutti starnutiscono molto rumorosamente distribuendo germi a destra e a manca senza preoccuparsene!
  • altra cosa da non fare è quella di parlare a voce alta, i Giapponesi odiano la gente rumorosa.
  • altra cosa da evitare quando siete in treno è quella di parlare al cellulare (potete mandare messaggi se volete), se proprio dovete farlo andate verso la porta e parlate mettendo la mano davanti alla bocca con il tono di voce più basso possibile, sempre se non c'è troppa gente (se il treno è zeppo lasciate perdere!)
  • evitate di buttare rifiuti per terra (questo in teoria dovrebbe essere una regola da rispettare in ogni paese del mondo, ma come tutti sappiamo molto bene in Italia buttiamo qualsiasi cosa senza problemi). In Giappone c'è una pulizzia assurda e le persone se devono buttare qualcosa e non hanno a disposizione un cestino se lo mettono in tasca o in borsa fino a quando ne trovano uno. E' ancora più ammirevole la cosa se considerate che non ci sono molti bidoni come da noi, i cestini con la raccolta differenziata sono prevalentemente davanti ai convenience store (negozi aperi 24/24). Questo perchè i giapponesi pensano che i luoghi pubblici siano "anche loro", quindi è un po' come se sporcassero o rovinassero una cosa anche di loro proprietà.
  • In Giappone non vi è l'uso di chiedere una sigaretta, il concetto è se vuoi una sigaretta te le compri e non vai in giro a chiedere "c'hai na siga/cicca(in base alla regione, da me cicca significa gomma da masticare).
  • altra cosa "proibita" è quella di mangiare per strada. Camminare per strada stuzzicando un pacchetto di patatine o mangiando un panino è considerato da barboni, ancora peggio è farlo in treno, ti guardano malissimo.
  • non arrivate puntuali sul posto di lavoro! Con ciò non significa che bisogna arrivare in ritardo bensì con almeno 10 minuti di anticipo (se arrivate "solo 5 minuti prima" per loro siete in ritardo).

lunedì 5 dicembre 2011

Nonno a 29 anni!!

A 29 anni Shem Davies è uno dei più giovani nonni britannici. Ma quando è andato a trovare la nipotina Gracie, figlia di sua figlia Tia (14 anni), gli operatori sanitari dell'ospedale non gli hanno creduto e gli hanno chiesto la carta d'identitá, sospettando che fosse in realtá il padre adolescente della neomamma.
Davies, disoccupato, insieme alla ex fidanzata Kelly John (30 anni) ha avuto Tia quando entrambi avevano 15 anni. Il destino si è ripetuto quando Tia ha avuto Gracie, ma allorchè il neononno ha cercato di raggiungere il reparto maternitá per vedere la nipotina, gli infermieri hanno pensato che lui fosse il padre adolescente di Gracie, chiedendogli di dimostrare la sua etá. In effetti, a giudicare dalle foto pubblicate online dal quotidiano britannico 'Daily Mail', il giovane nonno non sembra tanto più grande del neopapá, Jordan Williams, 15 anni. «È una gioia assoluta vedere Gracie. Sono incredibilmente orgoglioso di Tia. Sará una mamma brillante. In un primo momento non ero troppo contento che fosse incinta, ma ben presto l'ho superato. Ora è importante essere positivi».
L'arrivo di Gracie non è stato facile: a Tia, infatti, è stata diagnosticata una pre-eclampsia sette settimane prima del parto. I medici, preoccupati, hanno optato per un cesareo. Fortunatamente l'intervento è andato bene, ma la piccola è stata messa in incubatrice al Princess of Wales Hospital di Bridgend, e dovrá essere seguita per qualche settimana prima di poter andare a casa. Una settimana dopo il parto Tia ha festeggiato il suo 15esimo compleanno in reparto, insieme ad amici e familiari.

Questa volta non so che dire...un bambino è sepre una benedizione ed in nessun caso è qualcosa di negativo ma accidenti vivete in Inghilterra non nel Burundi se proprio vi siete rotti di giocare con Barbie e hot wheels almeno usate un preservativo, ogni cosa ha il suo tempo!

Elisabetta d'Austria _Sissi_ (3)

Rieccomi con la conclusione della trilogia della principessa Elisabetta: Sissi, il destino di un'imperatrice.

Quest'ultimo film è quello che si allontana di più dalla realtà storica diventando più che altro un film rosa con scene create dal nulla per "sciogliere i cuori" degli spettatori.

La prima parte narra di una festa a Vienna durante la quale Francesco incontra dopo due anni Elena, la sorella di Sissi rifiutata da lui come sposa, che gli confessa che non potrà mai amare un altro uomo al di fuori di lui. Nello stesso momento Sissi è a una festa a Budapest, durante la quale il conte Andrassy dichiara a Sissi di essere innamorato di lei dal primo momento che l'ha vista. Queste due confessioni ricordano sia a Francesco che a Sissi quanto si amano veramente. Sissi riparte subito da Budapest e corre a Vienna dove, ritornata nelle braccia di Francesco, l'idillio del loro matrimonio continua più bello che mai.

Pura invenzione perchè Elena non ha mai rimpianto il mancato matrimonio con Francesco, anzi è sempre stata l'amica e la complice più fedele di Elisabetta: le due sorelle si amavano incondizionatamente.
Elena dopo il mancato matrimonio con Francesco Giuseppe all'età di 22 anni era quasi considerata una vecchia zitella e le speranze di trovarle marito si riducevano con il passare del tempo. Ludovica però si mise in azione per cercarle un buon partito prima che fosse troppo tardi puntando su Massimiliano Antonio principe ereditario di Thurn und Taxis. I genitori di Massimiliano, allettati dalla prospettiva di imparentarsi con l'imperatore, furono d'accordo per il matrimonio. Il re Massimiliano II di Baviera però, cugino di Elena, e capo della famiglia Wittelsbach, dissentì in quanto la famiglia Thurn und Taxis, sebbene ricca e di origini antiche, non era all'altezza dei Wittelsbach, di cui i duchi in Baviera erano un ramo collaterale. Elisabetta allora si sentì in dovere, dopo il tradimento fatto alla sorella, di intercedere in suo favore. Le due sorelle, in realtà, erano molto affezionate e già da tempo il loro rapporto era tornato sereno. L'imperatrice trovava in lei anche un'amica fidata con cui sfogare il proprio malcontento nei confronti della corte di Vienna e della suocera Sofia. Tra di loro parlavano sempre in inglese, una lingua incomprensibile per molti.

Il matrimonio di Elena con il principe ereditario di Thurn e Taxis (celebrato a Possenhofen il 24 agosto 1858) era molto più felice della triste esperienza di Sissi. Elena non ebbe proprio nessun motivo per rimpiangere Francesco. Per quanto riguarda il principe ungherese Andrassy invece la ricostruzione non è stata poi così fantasiosa, il fatto che avesse preso una cotta per Elisabetta era probabile, ma era altrettanto probabile che anche da parte di Elisabetta ci fosse molto più di una normale amicizia, pur non andando mai oltre un rapporto platonico. Il suo matrimonio con Francesco era da tempo in una profonda crisi e il giovane e affascinante conte ungherese aveva molto più in comune con Elisabetta del marito.

Dopo il ritorno di Elisabetta a Vienna il matrimonio fra i due era più solido che mai ma a turbare la quiete i primi sintomi di una grave malattia ai polmoni che colpisce Elisabetta. Il film suggerisce come possibile causa della malattia il fatto che una zingara aveva gettato per sbaglio un secchio di acqua fredda su Elisabetta.

Lo stato di Sissi peggiora sempre di più e i medici ritengono addirittura possibile una brutta fine per Sissi, consigliando come rimedio un soggiorno di cura all'isola di Madeira. Il soggiorno non porta a Sissi nessun giovamento e solo l'arrivo inaspettato della madre e le sue successive cure riescono a far guarire l'imperatrice.

La realtà fu ben diversa. Dopo sei anni il matrimonio di Sissi e Francesco era entrato in una grave crisi. La situazione politica era molto difficile per l'Austria, ma Francesco parlava di politica solo con la madre Sofia, mentre le proposte di Elisabetta non venivano neanche prese in considerazione il che rafforzò ulteriormente le tensioni tra Sofia e Sissi. L'imperatore cominciò a cercare consolazione da altre parti ed iniziarono a circolare voci sempre più insistenti sulle sue avventure amorose (alla corte le avventure galanti degli imperatori e degli altri uomini eccellenti erano sempre state tacitamente tollerate ed erano quasi una normalità).
Elisabetta invece non resse la situazione, aveva sempre avuto davanti agli occhi l'infelice matrimonio dei genitori e le scappatelle del padre e nonostante l'indiscutibile amore che provava per loro non condivideva la loro situazione e non voleva assolutamente vivere un matrimonio simile.

Le sue crisi di nervi divennero più frequenti e il suo stato di salute (soffrì di attacchi di tosse) peggiorò, rafforzato, oltre che dal suo stato psichico estremamente instabile, da tre gravidanze in quattro anni, dalle eccessive e molti stancanti cavalcate di Elisabetta e soprattutto dalle sue continue "cure della fame" che anticiparono i problemi di anoressia che avrebbero caratterizzati gli ultimi decenni della sua vita.

Dopo una grave lite con Francesco nel luglio del 1860 e dopo una prima fuga a Possenhofen, dalla quale tornò solo per il compleanno di Francesco un mese dopo, lo stato di salute di Elisabetta peggiorò ulteriormente. Uno dei medici di fiducia propose che, essendo in pericolo di vita, Elisabetta dovesse spostarsi subito in un clima più mite, cioè a Madeira. Ciò risultò a tutti piuttosto strano inquanto l'isola portoghese non era affatto conosciuta come località di cura per i problemi ai polmoni. In realtà, era Elisabetta che voleva andare a Madeira, probabilmente proprio per la lontananza da Vienna.

Già all'epoca c'erano molti che supponevano invece un'origine soprattutto psichica delle sue malattie, infatti dopo un lungo e faticoso viaggio di 3.000 km Elisabetta sbarcò da Lisbona per attraversare altri 1.000 km del tempestoso oceano atlantico, tutti i numerosi accompagnatori di Elisabetta stavano male, compresi i medici. L'unica che stava bene era proprio Elisabetta, dichiarata poco prima "in pericolo di vita"...

A Madeira Elisabetta dopo un po' soffrì più che altro di noia e sentì sempre di più la nostalgia per i figli rimasti in Austria. Furono i figli infatti l'unico motivo per cui fece ritorno pur ammettendo che "il primo tempo dopo il ritorno a Vienna non sarà per niente facile".

E infatti, non erano ancora passati quattro giorni nel solito ostile ambiente della corte che gli attacchi di tosse e di febbre di Elisabetta divennero di nuovo preoccupanti. Elisabetta chiuse di nuovo la porta della sua camera da letto e preparò la prossima fuga da Vienna questa volta all'isola greca di Corfù.

Nel film vediamo invece un Francesco Giuseppe molto coinvolto dalla malattia della moglie che segue da lontano ogni spostamento che l'imperatrice è costretta a fare per beneficiare di diversi climi costieri , mentre in realtà si limitò ad ordinare ai suoi ministri di mandarle ogni giorno un mazzo di rose rosse,mazzi che non arrivarono mai.

La conclusione del film è forse il pezzo di tutta la trilogia che più fa sorridere, Francesco deve recarsi nell'Italia settentrionale per dimostrare in prima persona il potere imperiale, contro lo spirito ribelle e anti-austriaco che si era diffuso tra Venezia e Milano. Il regista ha comunque inserito una scena che rispecchia la realtà rovinandola però con un finale melenso senza né significato né senso: Francesco e Elisabetta attraversano in barca il Canal Grande di Venezia e vengono accolti dai veneziani con gelida e silenziosa indifferenza. Infatti, il viaggio in Italia, nella realtà, finì con un nulla di fatto.

Essendo una pellicola cinematografica però la cosa deve concludersi bene...Per renderlo possibile il regista ha avuto una grandiosa idea: arrivati in Piazza San Marco Elisabetta e Francesco camminano verso la Basilica, circondati da una folla di gente sempre silenziosa e diffidente. All'improvviso appare, a sorpresa, la figlia che Elisabetta credeva ancora a Vienna. Elisabetta, sorpresa, la abbraccia affettuosamente e il cuore dei veneziani ribelli si scioglie. Dopo un primo grido "Evviva la mamma!" tutta la folla scoppia dall'entusiasmo e alla fine tutti si tolgono il cappello davanti alla coppia imperiale.

Dalla Basilica esce persino il Papa che sorride gentilmente a Francesco e Elisabetta e così, mentre si ascolta l'inno imperiale e tutti applaudono, il film finisce.

lunedì 28 novembre 2011

Giappone, Lolite e abiti vittoriani

Che i giapponesi fossero un gradino avanti a noi l'ho sempre sostenuto ma devo dive che in fatto di mode sono una rampa di scale avanti...
se noi sognamo solo quie fantastici abiti vittoriani loro non si fanno nessun problema ad indossarli ancora oggi!

Sto parlando delle Lolite, ragazze che traggono ispirazione per i loro abiti dall'era vittoriana, così come anche dai vestiti dell'epoca rococò.

Nonostante l'origine della moda lolita non sia chiara, si possono rintracciare alla fine degli anni 70 vestiti definibili odiernamente come "lolita" prodotti da griffe giapponesi famose nel paese, come Pink House e Milk and Pretty (rinoninata in seguito Angelic Pretty). In seguito sono nate molte altre griffe del genere, oggi famose tra gli amanti del genere, come Baby, The Stars Shine Bright e Metamorphose temps de fille.

Ne esistono diversi tipi:
  • Gothic Lolita: caratterizzato da trucco e vestiti scuri. Il trucco più comune è composto da rossetto di colore rosso e ombretto del tipo "smokey",  gioielli a forma di croce, simboli religiosi, zaini e borse a forma di pipistrello, bara o crocifisso sono usati come accessori per completare il look.

  • Sweet Lolita: adotta le linee base dello stile, usando colori pastello e stampe infantili. Sono frequenti i riferimenti ad "Alice nel paese delle meraviglie" ed alle classiche favole. Fasce, cuffie e fiocchi sono accessori molto apprezzati. Zaini e borse possono avere la forma di fragole, corone, cuori e peluches.
  • Classical Lolita: stile più maturo di lolita, non è scuro come il Gothic Lolita né grazioso come lo Sweet Lolita. È comunemente visto come uno stile sofisticato per le sue stampe con pattern poco vistosi e per i colori utilizzati, più sobri che negli altri stili, oltre che per il taglio più adulto dei vestiti.
  • Punk Lolita: aggiunge elementi dell'abbigliamento punk alla moda lolita. Tessuti strappati o serigrafati, cravatte, catene, spille da balia, tartan, righe e tagli di capelli maschili sono incorporati allo stile.
Data la tendenza delle aderenti alla moda lolita al fai-da-te, nel tempo sono nate molte altre interpretazioni della moda lolita fuori dai soliti canoni. Questi stili non sono così conosciuti come quelli principali, ma sono la dimostrazione della tendenza alla creatività della moda lolita e dell'attitudine degli appassionati a crearsi una loro propria moda.
  • Princess Lolita
  • Shiro & Kuro Lolita
  • Guro Lolita
  • Sailor Lolita
  • Country Lolita
  • Wa Lolita
  • Qi Lolita
  • Casual Lolita
Devo dire che alcuni abiti sono davvero belli...



lunedì 21 novembre 2011

Elisabetta d'Austria _Sissi_ (2)

Rieccomi pronta a discutere il secondo film della trilogia sulla vita dell'imperatrice d'Austria: Sissi, la giovane imperatrice.

La seconda parte si allontana sempre di più dalle vicende reali trasformandosi in una romantica ed un po' tormentata storia d'amore in stile telefilm. Diventa quindi sempre più difficile seguire la cronologia della vita reale di Sissi che non si riesce a riconoscere molto nel personaggio della pellicola, rimane comunque anche questo un film piacevole da vedere nonostante le libertà che si è preso il regista.

Nei film viene descritto un Francesco Giuseppe buono e caritatevole. Nella prima pellicola quando gli viene chiesto di firmare un'ordinanza che prevede l'esecuzione immediata di 8 ribelli di Praga condannati a morte si rifiuta di firmare chiedendo tempo ("Alla fine si tratta della vita di otto giovani!"), cosa che nella realtà non ha mai esitato a fare anche per evitare di mettersi in contrasto con la madre. In questa seconda parte invece in occasione del suo matrimonio, ispirato da Elisabetta e contro la resistenza della corte e della madre, vuole e ottiene un'amnistia di tutti i nemici di stato, in particolare dei ribelli ungheresi.
L'amnistia è effettivamente un fatto accaduto ma non per via del buon cuore di Elisabetta o di Francesco Giuseppe, ma molto più semplicemente perchè in occasione di un matrimonio le amnistie erano una tradizione nella casa reale degli Asburgo. Del resto il giorno dopo le repressioni venivano riprese senza troppi turbamenti di coscienza.
Come vi avevo raccontato il promo film si conclude con il matrimonio e questo si apre con uno sdolcinato e melenso racconto della vita dei due piccioncini dipo il famoso "Lo voglio".
E' un vero e proprio idillio, quando sono insieme i due sprigionano una felicità incondizionata e persino l'ambasciatore austriaco in Francia deve aspettare alla porta dell'ufficio dell'imperatore finché i due non finiscono di baciarsi e abbracciarsi.
I due sviluppano una specie di complicità amorosa che aiuta Sissi a superare tutte le avversità della vita di corte (descritte sommariamente: il rigido protocollo, il marito molto occupato che ha troppo poco tempo per lei, la nostalgia per la Baviera e soprattutto l'intransigente suocera Sofia che non vede di buon occhio la spontaneità e la freschezza della giovanissima imperatrice). Francesco capisce i suoi problemi di adattamento ed è sempre dalla sua parte.

La realtà era ben diversa, come già vi ho accennato nel post precedente già giorni prima del matrimonio Elisabetta era turbata da innumerevoli preoccupazioni che via via si amplificarono portandola a soffrire di una forte depressione. Il marito non le stava poi così vicino come descritto, persino nelle due settimane della luna di miele era quasi sempre assente. Nelle prime settimane Elisabetta fu scossa da continue crisi di pianto e nel suo diario non scrisse soltanto poesie piene di nostalgia per la Baviera, come raccontato nel film, ma anche poesie in cui rimpiangeva il suo primo amore defunto che descriveva come "unico vero amore" della sua vita, svanito per sempre.

La depressione e strane malattie psicosomatiche che spesso i dottori facevano fatica a capire, la accompagnarono per tutta la vita e divennero un modo per esprimere la sua ribellione contro la corte di Vienna che odiò fin dal primo giorno. Sanissima in gioventù, cominciò a star male a contatto con l'ambiente della corte imperiale e per sopperire alle sue numerose crisi di nervi, si sottoponeva a diete drastiche e intensi esercizi di ginnastica (si ipotizza soffrisse di anoressia nervosa).

Francesco invece era veramente felice ma non sembrava percepire nulla di ciò che tormentava sua moglie, nei confronti delle sofferenze di Sissi si limitava a scusare e a difendere sua madre Sofia. Francesco amava la moglie, ma non la capiva affatto. L'amore per la natura era probabilmente uno dei pochi interessi che Elisabetta e Francesco avevano in comune.

Le fughe frutto di tristezza e depressione vengono usate nel film per creare una storia ricca di buoni sentimenti e romanticismo e vengono collocate in situazioni differenti rispetto alla realtà. Per esempio quando, nel film, sottraggono a Elisabetta la prima figlia per farla educare dalla suocera, lei esplode e ritorna nella sua casa in Baviera. Il rancore però svanisce rapidamente, Francesco Giuseppe comprende i sentimenti della moglie, la raggiunge in Baviera, le promette che tutto andrà bene e la riconduce a Vienna.
 
 
In realtà le fughe di Elisabetta iniziarono più tardi e per motivi diversi. A quel tempo era ancora troppo debole nei confronti della suocera e il marito fece di tutto per farle accettare l'ambiente ostile della corte.
 
La nascita della prima figlia rappresentò invece forse l'unico momento di vera felicità nella vita matrimoniale tra Sissi e Francesco, ma fu un momento che durò poco. Quando Elisabetta chiese a Francesco di poter stare di più con le figlie fu invece Sofia che minacciò di andarsene dalla corte. La lotta tra Elisabetta e Sofia per l'educazione dei figli continuò ancora per parecchio tempo fu Elisabetta a cedere lasciando il campo alla suocera.
Il suo cedimento in realtà avvenne dopo molte lotte, alcune delle quali anche vinte, a causa di un evento che la segnò molto. Inizialmente riuscì ad ottenere che le figlie accompagnassero lei e l'imperatore in alcuni dei loro viaggi di Stato ma durante  il viaggio nelle province ungheresi, la piccola Sofia si ammalò. La diciannovenne imperatrice vegliò per undici ore sulla figlia, che spirò il 19 maggio 1857. Quando tornarono a Vienna, Elisabetta si chiuse in sé stessa e nella propria solitudine, rifiutando di mangiare e di apparire in pubblico. L'imperatrice, che aveva insistito per ottenere la presenza delle bambine durante il viaggio, rinunciò al suo ruolo di madre, ritenendosi colpevole della morte della figlia, e affidò Gisella all'educazione della nonna.
 
Nel film il processo che porta all'incoronazione è descritto come il risultato del fascino esercitato da Elisabetta sui capi dei rivoltosi ungheresi che convinse ad accettare questo tipo di riconciliazione con l'Austria, osteggiata da Sofia ma supportata da Francesco.

Anche qui la realtà fu molto diversa. Tra il matrimonio e l'incoronazione passano 14 anni, nei quali Elisabetta cambiò profondamente. Era diventata una donna matura di 30 anni, bellissima e con un carattere talmente forte da dominare ormai il marito e da poter ottenere praticamente tutto quello che voleva.Tutte le battaglie piccole e grandi che affrontò la fecero diventare dura, a volte anche egoista, ma solo così riuscì a sopravvivere alle oppressioni.
 
La sua amicizia, che molti ipotizzano fosse amore, con il capo dei ribelli ungheresi Andrassy la fecero diventare un alleato sicuro e affidabile per il movimento autonomista che si fece sempre più forte in Ungheria.
 
Dovette affrontare molte resistenze non solo quelle della suocera, lo stesso Francesco Giuseppe non era molto convinto, ma alla fine dovette cedere perché la situazione politica in Ungheria era diventata molto irruente e pericolosa. Elisabetta aveva, in tutto questo, un ruolo molto attivo e importante: usò tutti i mezzi che aveva ormai a disposizione, da una febbrile diplomazia segreta in cui sfruttava tutte le sue numerose amicizie alla grande popolarità di cui godeva in Ungheria, per favorire gli ungheresi e per imporre a Francesco la sua volontà che, non a caso, era anche quella di Andrassy.
 
Come la prima parte anche questa seconda finisce con una scena madre, la splendida cerimonia dell'incoronazione di Francesco e Elisabetta come re e regina dell'Ungheria. Del resto è pur sempre un film dai tratti romantici che quindi si deve concludere con il caro vecchio "...e vissero tutti felici e contenti".
 
A presto con il terzo e ultimo film: Sissi, il destino di un'imperatrice.