Lo rivelerebbero le sue ultime lettere: Jane Austen, autrice di alcune delle storie d'amore più romantiche della fine del settecento britannico morì avvelenata. Lo ipotizza in un libro la giallista inglese Lindsay Ashford.
Nel 1817, pochi mesi prima di spegnersi in modo misterioso a 41 anni, l'autrice scrisse riguardo al malessere che l'aveva perseguitata nelle ultime settimane:
Ora mi sento decisamente meglio e sto recuperando un po' il mio colorito, finora piuttosto brutto, nero e bianco e di ogni altro peggior colore.Prova inconfutabile, assicura la Ashford, di una pigmentazione "a gocce di pioggia", sinonimo di un lento avvelenamento da arsenico. L'ipotesi rinforzata dalle tracce del veleno trovate a metà del secolo scorso in una ciocca di capelli della Austen, escluderebbe le altre presunte cause di morte avanzate finora dagli storici, dal tumore al lupus, dalla tubercolosi bovina al morbo di Addison.
E' possibile che la scrittrice avesse assunto il veleno, all'epoca prescritto spesso come medicina, per curare i reumatismi, ma da buona giallista la Ashford non esclude neppure l'omicidio premeditato, motivato da vecchie liti familiari. Alcuni studiosi della Austen hanno però rispedito l'ipotesi al mittente.
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